PREFAZIONE

Più che una prefazione si tratta di una postfazione, o meglio ancora di una mediafazione… insomma, ho scritto prima qualche poesia, poi questo prologo introduttivo.
La verità è che anche questa volta, come già in passato, sono stato travolto da un vortice di passione, che mi ha rapito nel profondo, al punto tale da stravolgere il normale corso delle cose, al punto addirittura di scatenare dapprima tutta la mia irrazionalità, per poi ragionare, a mente semilucida, su quanto mi stava capitando.
Cosa mi stava capitando? Tanti, forse tutti se lo chiedono, tranne tu, che non hai bisogno di chiedere, perché sai perfettamente d’avermi travolto dal profondo semplicemente restando te stessa, te stessa al mio fianco, accettandomi integralmente, nella lucidità e nella follia, nella prosa e nella poesia.
Come la migliore delle muse, hai accettato il pacchetto completo, senza pretendere spiegazioni, senza chiedere particolari attenzioni e senza nemmeno sperare nell’esclusività. Mi hai accettato, ed hai saputo capire che non amo parlare della mia poesia, hai colto perfettamente che quello che scrivo si commenta da solo, e che proprio per questo non amo aggiungere altro e non ho bisogno di parlarne, per sentirmi più poeta di quanto non sia, non ho bisogno di parlarne per focalizzare l’attenzione su questo aspetto di me… Ho solo bisogno di scrivere, come esigenza espressiva primaria, ho bisogno di sfogare tutte le mie emozioni raccontandole alla carta e conseguentemente ai miei lettori. Ho un bisogno esagerato di scrivere e sfogare le mie emozioni, perché ormai da tempo, esisti tu al mio fianco, che trasformi ogi semplice giorno, con piccoli gesti, in pagine colorare di una splendida favola.


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